Dai social network alla social room il passo è breve. Le social room sono stanze – per adesso ubicate solo in ostelli – dove è possibile soggiornare senza pagare in denaro ma attraverso un baratto di esperienze, conoscenze, skills, foto, video ecc. con gli altri ospiti. In pratica si mette a disposizione degli altri clienti le proprie competenze in fatto di viaggio e – va da sé – si assorbe allo stesso tempo cultura e conoscenza altrui. In questo modo è possibile fare il check out senza pagare il conto.
Questa evoluzione sociologica del viaggiatore rivela una nuova attitudine di viaggiare: non solo per fare esperienze ma soprattutto per condividerle, in tempo reale. Il web non è più uno strumento indispensabile solo nella fase del pre-viaggio (per reperire informazioni turistiche su città, mezzi di trasporto, attrazioni ecc.) e del post-viaggio (lasciare commenti, recensioni, consigli, tenersi in contatto con i compagni, ecc.) ma anche del “durante”: in questo modo gli itinerari diventano più flessibili e mutano proprio a seconda di quanto viene condiviso. E a conferma del trend di voler mettere tutto in comune, la possibilità di collegarsi ad una rete è diventata una delle caratteristiche più segnalate (e ricercate), dalle guide turistiche o dai siti web stessi.
A questo proposito, il Centro Studi Etnografia Digitale, analizzando siti, forum e blog di viaggiatori ha delineato tre tipi di “viaggiatore 2.0” o “backpakers”, ossia viaggiatori con lo zaino tecnologici, sulla base di comportamenti e abitudine virtuali:
Il guru. È l’esperto della community, preparato e disponibile, elargisce consigli utili (dalla preparazione del bagaglio all’elenco dei posti da visitare), con post dettagliati e con l’intento di trasmettere la sua conoscenza all’interno della community.
Il Newbie o Newcomers. Essendo un nuovo utente, tende in modo particolare a infondere e condividere dubbi e incertezze. Insicuro e in antitesi con gli atteggiamenti del Guru, partecipa alle community soprattutto nel momento della pre-partenza.
Il turista. È il viaggiatore scontento, scrive soprattutto per screditare o esprimere il suo disappunto; partecipa alle community online soprattutto nel periodo post-viaggio.
Dal punto di vista dell’hotel management è interessante monitorare i comportamenti di questi utenti-viaggiatori per carpire con anticipo evoluzioni e tendenze, e l’offerta turistica più valida e appealing. Ad esempio dalle community di viaggiatori in ostelli emerge con forza la voglia di “green” e di strutture formato famiglia oppure la richiesta di “ladies hostels”, strutture segnalate da ragazze per ragazze. Anche se , per ora, l’abitudine – tutta europea – di partire con lo zaino in spalla, in Italia ha contagiato solo qualche piccolo gruppo di teen-ager: chissà se l’inevitabile contagio della moda o la crisi faranno scoprire agli italiani la voglia di viaggiare e non solo, semplicemente, “fare una vacanza”.