Un’interessante inchiesta di Altroconsumo svela similitudini e differenze tra prezzi dei dentisti tradizionali e catene

Secondo la ricerca condotta su 145 studi odontoiatrici in 6 città (Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari) e interpellando sia studi tradizionali che catene, emerge come in queste ultime ci sia in effetti l’opportunità di risparmio solo per quanto concerne le prestazioni “di base”: pulizia dei denti, otturazione, devitalizzazione.
Per cure più complesse – quali ad esempio ponti e impianti- i prezzi di studi tradizionali e in franchising risultano allineati. Differenze si riscontrano rispetto alla prima visita: nelle catene è sempre gratuita – ed è utilizzata proprio come strumento di marketing per invogliare alla “prova” – mentre negli studi tradizionali risulta gratuita per il 61,4% degli intervistati. Per gli altri, ha un costo medio intorno ai 71 Euro.

A Bologna un sorriso sano è più caro che altrove: prendendo Napoli come riferimento (la città con i prezzi più bassi), le stesse prestazioni a Bologna costano +21%; a seguire Milano (+16%), Bari (+12%), Torino (+10%) e Roma (+8%).

E il Sistema Sanitario Nazionale? Le cure odontoiatriche continuano ad avere una copertura minima: solo minori di 14 anni e categorie svantaggiate. Ci sono inoltre forti diversità tra regioni, dato che dal 2001 sono loro a dover garantire i livelli minimi di assistenza, a seconda della disponibilità. E quando il pubblico fa il privato – ossia eroga prestazioni a pagamento-i prezzi risultano in linea con gli studi tradizionali. L’aspettativa però è più elevata: sempre seconda Altroconsumo, chi sceglie il pubblico a pagamento (spesso si tratta di cliniche universitarie private) si aspetta una preparazione più elevata della media e l’utilizzo di materiali di qualità migliore.