Ottime performance della produzione dentale italiana, ma è l’export più che il mercato domestico a dare grandi soddisfazioni
– Il settore produttivo italiano continua la propria ripresa dopo la lieve riduzione del 2009. Una crescita che – seppur rallentata nell’ultimo anno – mostra un segno positivo del +3% circa nel 2012 rispetto al 2011.
Analizzando l’andamento successivo alla défaillance del 2009 si registra un notevole recupero: +5,2% annuo (trend medio annuo composto 2009-2012) che contribuisce ad una crescita complessiva di oltre il 20% dal 2006 ad oggi.
– Forte ripresa dei prodotti di consumo per lo studio che crescono più del 10% (2012 su 2011), mostrando una produzione quasi raddoppiata negli ultimi 8 anni, segno che anche nel comparto chimico l’Italia dimostra di saper competere con i big player internazionali. Una crescita che, finalmente, riguarda pure il mercato nazionale. Anche la produzione di apparecchiature (sia per studio che per laboratorio) registra un tasso positivo, di poco inferiore al 2%.
– L’aumento dell’export conferma l’apprezzamento del Made in Italy. Il dato positivo dell’industria italiana deve il suo valore soprattutto alle esportazioni, che mostrano un fatturato del +6% nel 2012, con una crescita del 35% dal 2006 a oggi.
– Sofferenza del mercato domestico. Per la prima volta dopo il 2009 il mercato finale interno è tornato a soffrire, presentando un andamento complessivo del -4,7%. In recessione persino le vendite dei prodotti di consumo (- 2%), e non era mai accaduto.
– Apparecchiature: aumenta la produzione ma calano le vendite interne. L’aumento della produzione di attrezzature non coincide con un andamento positivo delle vendite domestiche, che registrano infatti un calo al sell-out del -12% con conseguente impatto anche per i produttori nazionali. Fuga delle apparecchiature all’estero (+5% l’export nel 2012): un segmento di nicchia in cui qualità e capacità italiane sono riconosciute, mentre il mercato domestico risente del crollo della fiducia di dentisti e odontotecnici italiani che hanno fortemente rallentato gli investimenti.