I mondiali di calcio non sono solo l’evento calcistico più importante del mondo, ma anche un’occasione unica e imperdibile per le aziende di promuovere i loro prodotti.
Sono ben 27 i marchi storici italiani a sostenere, a vario titolo, la nostra squadra: dallo sponsor tecnico (Puma, che per il quadriennio 2007-2010 ha stanziato ben 60 milioni di euro in nome della Nazionale), a quelli “alimentari” (Nutella, Uliveto, Actimel e altri brand ufficiali il cui ammontare degli investimenti si aggira intorno ai 56 milioni di euro. Insomma, gli Azzurri possono contare su diversi – e generosi – “supporters”.
Ma la febbre dei mondiali colpisce anche indirettamente le aziende che non sono partner “ufficiali” della nazionale e che costituiscono un vero e proprio “indotto” di questo fenomeno. Gli strumenti di marketing utilizzati maggiormente sono: promozioni, gadget, concorsi, raccolte, confezioni limited edition dedicate all’evento. Proliferano, così, in questo periodo, offerte e sconti su TV e mobili TV di ogni marca e dimensione, kit di birre e bicchieri per guardare la partita in compagnia, magari assaggiando patatine special edition “ai sapori dell’Africa”. Si stima che questo enorme business di iniziative collaterali sfiori i 150 milioni di euro.
E confrontandoci con i nostri storici avversari, i “cugini” francesi, il mondiale economico l’abbiamo già vinto noi: in Italia si stima infatti un giro d’affari complessivo legato ai mondiali di 3 miliardi di euro (soprattutto nel settore del commercio e del turismo) contro i 2.7 miliardi previsti in Francia.
E il Paese ospite? Il Sudafrica è il primo in classifica: l’aspettativa è quella di avere entrate economiche per 6 miliardi di euro.