Testo tratto dall’intervista di Odontoiatria33 a Roberto Rosso.

Innanzi tutto le grosse strutture stanno ancora definendo il proprio posizionamento strategico.

Il fatto che noi stessi – addetti ai lavori – le consideriamo come una unica entità, e questa percezione è radicata anche e soprattutto tra i pazienti, significa che non è ancora chiara la loro collocazione nell’immaginario dei clienti, quindi nel mercato. Tutto ciò nonostante operino secondo modelli di business a volte radicalmente distanti tra loro, i livelli di prezzo sono molto eterogenei con posizionamenti cha vanno dal low cost al premium.

Per ora abbiamo il “dentista tradizionale” e le “catene”, ma presto queste occuperanno spazi mentali e di mercato definiti. Una parte di queste sono reali concorrenti di una certa tipologia di studi dentistici tradizionali, altre tenderanno maggiormente a servire nuove fasce di utenza e, tutte, contribuiscono comunque a generare nuova domanda grazie alle attività di comunicazione e di presenza sul territorio, nonostante siano considerate una vera “spina nel fianco” per lo studio tradizionale e, in taluni casi, utilizzino modalità promozionali al limite del rispetto della professionalità e della trasparenza.

Tornando alla specifica domanda sui dentisti a partita IVA, osservando ciò che avviene in altri paesi ritengo che finché potrà resistere il sistema di regolazione a numero chiuso dell’Università – e l’ondata di lauree estere rimarrà contenuta – le grandi strutture avranno maggiori difficoltà a reclutare giovani dentisti. Peraltro anche sotto il profilo giuslavoristico nel futuro ci potranno essere complicazioni, per ora il professionista iscritto all’Ordine anche se sviluppa attività continuativa pare non essere assoggettabile a un rapporto di lavoro subordinato, ma in altri paesi dove valevano queste regole la situazione è radicalmente cambiata quando centinaia di professionisti hanno potuto dimostrare un rapporto di lavoro esclusivo, continuativo e subordinato, nonostante la partita IVA e l’iscrizione all’Ordine.

Diverso invece il tema di dentisti esperti che possano decidere di lasciare l’attività imprenditoriale per quella consulenziale, questo è un fenomeno che si sta sviluppando, personalmente credo che aumenterà in modo consistente poiché sono molte le strutture sul filo della sopravvivenza economica e finanziaria, ma si tratta di professionisti esperti i cui onorari non possono essere più di tanto svalutati e che collaborano anche con colleghi e non necessariamente presso l’odontoiatria commerciale.