Nuova ricerca Key-Stone sui comportamenti delle donne riguardo la dieta
L’estesa ricerca sull’eterna lotta con la dieta: tra perdita di peso, efficacia oggettiva, soddisfazione interiore e solitudine a tavola.
L’indagine, effettuata su un campione rappresentativo di 650 donne tra i 25 e i 64 anni – per il mensile Starbene che affronterà il tema nel prossimo numero in edicola -ha rilevato il legame esistente tra propensione alla dieta, impegni lavorativi, attività sportiva, con un’attenzione particolare agli effettivi risultati ottenuti e al grado di soddisfazione percepito.
Più di un milione di donne a dieta dopo le feste. Il picco di incidenza è doppio per le donne tra i 35 e i 44 anni. Quando la dieta è effettuata dopo le feste, in circa il 40% dei casi viene trovata su riviste, internet o consigliata da amici e parenti, e raramente si ricorre al dietologo.La è la metà delle italiane ad aver sinora intrapreso una vera e propria dieta. A conti fatti, il fenomeno riguarda quasi 10 milioni di donne, di cui più di sei ricorre periodicamente ad un regime alimentare.Più dieta al nord e sin da giovani, soprattutto se si lavora. Oltre alla maggior incidenza del fenomeno tra le donne più impegnate nella professione e con titolo di studio più elevato, si osserva un picco del 63%nel Nord Ovest. Il fenomeno è evidente anche tra le più giovani (25-34 anni con un’incidenza del 46%)Rivolgersi ad un esperto o seguire una dieta “fai da te”? Rispetto all’ultima dieta effettuata, il campione si suddivide equamente in due gruppi: metà dichiara di aver consultato un esperto e la rimanente parte ha optato per un regime dietetico “fai da te”.Il 70% delle italiane non associa l’attività fisica alla dieta. Il fenomeno è trasversale per tutte le età e al tipo di occupazione, con un picco del 75% tra le donne con figli minorenni. A detta degli specialisti l’inadeguata attività fisica rappresenta la principale causa di insuccesso della perdita di peso.Oltre la metà delle intervistate dichiara di aver raggiunto l’obiettivo prefissato. Si nota una certa positività tra le italiane: solo il 5% infatti dichiara di non aver perso peso. Mentre il 12%, pur riuscendo a dimagrire, ritiene di non aver ottenuto i risultati prefissati. Forse a causa del così detto “effetto fisarmonica”, un’italiana su quattro ha recuperato i chili perduti in breve tempo. Decisamente più scontente coloro che periodicamente si mettono a dieta rispetto a chi effettua la cura in modo occasionale e mirato.Sullo scaffale occhio alle calorie e ai nutrizionali. A prescindere dal tipo di dieta, il 60% delle donne quando fa la spesa controlla con attenzione le calorie e i componenti nutrizionali. Il successo della dieta passa dal 69% di chi controlla sia calorie che componenti nutrizionali, al 48% di chi non vi fa caso.Ma la dieta è spesso un’esperienza in solitudine. L’86% di donne dichiara infatti che le abitudini alimentari della famiglia rimangono invariate.Solo un quarto alla fine è soddisfatto. Nonostante il 58% abbia dichiarato di aver perso peso, la completa soddisfazione riguarda solo un quarto delle intervistate. In particolare le più soddisfatte sono le donne maggiormente scolarizzate, chi si è rivolto ad un esperto e coloro che hanno coinvolto la famiglia nella dieta.Secondo Roberto Rosso, presidente di Key-Stone: “È interessante notare come spesso la perdita di peso non risulti direttamente connessa a una percezione di intima soddisfazione. Segno probabile di un incompleto appagamento interiore a prescindere dal risultato oggettivo. C’è quindi da chiedersi se, al termine di una faticosa dieta non sempre perfettamente riuscita, la frustrazione e sensazione di delusione non rischi di prevalere sui benefici conseguiti per il calo ponderale”.
Una sintesi della ricerca è disponibile nella sezione RESEARCH – ABSTRACTS